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martedì 5 maggio 2015

Peste Noire - A La Chaise-Dyable


Alla Casa del Diavolo
Sono le 16, cala il sole, è l'ora
di una Picon Jenlain ambrata rossa.
Mi faccio un giro, cervello confuso
Sparo il mio stereo, Black metal a palla tutta la notte mi ascolto
tutte le notti m'ascolto
Alla Chaise-Dyable.

Alla Chaise-Dyable 
L'Aria dei monti è uno sballo più hardcore che il più forte degli psicofarmaci
Alla Chaise-Dyable 
Il respiro delle foreste arriva freddo, si spinge sui sobborghi
e muggisce come un diavolo, rimbomba contro l'abbazia - fortezza impenetrabile -.
Dove monaci selvaggi e ribelli si vestono come dei corvi
se ne sono sbucati dritti dal medioevo.

In basso vicino a me c'è la valle della Senouire. I vecchi mi domandano perché mi sono trasferito qui. Io dico loro che amo i paesaggi. Loro mi rispondono: Amate i fantasmi?

Più tardi alle 23 sento il rumore di un trattore, getto un occhio alla finestra, c'è il vecchio che lavora come uno schiavo.

Nella piccola valle del non-essere.

E mi rendo conto che quel solitario, tutti questi solitari, devono chinarsi sotto al peso di tutte queste notti da patibolo.

Mi sovviene che giusto qui a fianco a me c'è una ditta chiusa che era di due suicidi e che l'altro vicino più in là ha comprato una fattoria di uno che si era impiccato... e mi metto a pensare. 

Penso a tutti questi paesi dove il cimitero è più grande che il paese e dove il monumento ai morti ha più nomi che abitanti.

Ripenso alla mia vita, questo romanzo nero scritto da un sadista
Lo vedo chiaramente come un glory hole 
poi ho sudori caldi, una lombalgia
traspiro aloni di sudore
lacrime d'alcol.

Mi sovviene l'odio
di quando fui, di quando vivevo
e poi di queste notti a Chaise-Dieu
Quando ha preso a piacermi più a bere
che a baciare
Volevo essere un sopravvissuto, io!
Ma come il dolore nei miei reni 
Son finito a essere uno che ha voglia di morire
Un buco di culo affaticato
in un buco legnoso.

Quando sono arrivato là davanti ad un Cristo nel granaio
l'ho sbattuto sulla mi chitarra.
Poi torno.
Sono impazzito o cosa, ci crederesti?
Ma in un buon francese beffardo
Ecco che quella statua
Mi urla addosso

« Massì dai non hai mica ucciso nessuno
Attendi il rintocco finale
questa vita è stata il tuo fardello
ma gentilmente
ha lenito la tua pena.

Massì dai non hai mica ucciso nessuno
che il tuo fegato t'abbandona
Questa vita t'ha deriso come una iena
ma con calma
ti ha mangiato il tuo odio.

ma con calma, ho mangiato il mio odio.
ma con calma, HO MANGIATO IL MIO ODIO.

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